Wasabi e aperitivi: Brera fusion, piacere di Milano

 

Aperitivo a Milano super fashion? Non fissatevi con il solito Marc Jacobs Cafè, in Brera c’è molto altro da gustare….

Noi di Milanoincontemporanea dobbiamo fare pubblica ammenda. Wasabi, intrigante indirizzo della cucina giapponese di Via Solferino, ha aperto nel 2006 ma solo negli ultimi tempi lo abbiamo scoperto come luogo top in cui fare un ape-cena.continua a leggere Wasabi e aperitivi: Brera fusion, piacere di Milano

Alla Libreria Rizzoli di Milano si parla di uomini e donne con le opere di Vesna Pavan

Le donne vanno a prendere gli uomini sotto casa per andare a cena e pagano pure la loro parte!

La percentuale di omicidi femminili ha un tasso in Lombardia che è superiore a quello delle altre regioni.

Ma le donne sono più forti, sono divenute più maschili e forse per questo sono ancora più divertenti seppure complicate e per questo sempre più difficili da far conciliare con il mondo dei Lui.

A dare questo resoconto dell’incontro-scontro fra Venusiane contemporanee e Marziani forse ancora troppo ancorati ai dettami di coppia di 30 anni fa ci hanno pensato ieri sera Michela Gattermayer, giornalista di moda e costume, direttore di Velvet, Claudio Gallone, fotografo, inviato e direttore di Capital, Luigi Grella, direttore di Men’s Health edizione italiana, e Sandro Neri, giornalista e capocronista de Il Giorno.

Lo spunto è nato dalla fruizione delle opere della pittrice e art designer dal talento internazionale, Vesna Pavan ,che fino all’8 maggio saranno esposte nella Sala Enzo Biagi della Libreria Rizzoli di Galleria Vittorio Emanuele, a Milano. Si tratta di una serie di figure femminili sensuali, volitive, innocenti, sofisticate, autentiche e protagoniste, colte nella sinuosità di un gesto, di un movimento, sempre senza volto ma assolutamente rappresentative delle donne di oggi. Già, le donne di oggi: ma come siamo fatte?

Michela Gattermyer ha fatto da moderatrice del divertente e istruttivo dibattito confermando un grande assioma delle relazioni postmoderne: le donne sono la più grande manifestazione del mutamento della nostra società.

Siamo in grado di rimetterci in gioco sempre, ogni volta di più e nonostante le grandi difficoltà, nelle relazioni sociali come nel mondo del lavoro. “Certo, ma le donne si impongono di più e sono più prepotenti, meno accomodanti dei loro colleghi maschi” – ha ammesso Sandro Neri, mentre sono sempre di più e in posizioni di sempre maggiore prestigio le donne ai vertici di alcuni categorie professionali.

Al contrario di 30 (e passa) anni fa sono aumentate le donne chirurgo – che si impressionano molto meno dei loro vicini uomini – , così come le donne giornaliste, anzi, è proprio notizia di questi giorni che Lorenza Rei è stata insignita della carica di direttore generale della Rai, così come a Tina Brown, direttore di Newsweek, è stato affidato il rilancio de suo magazine peraltro con già entusiastici riscontri.

Insomma, siamo o non siamo nell’Italia delle veline? Probabilmente no, anzi, certo che no. A detta degli esimi giornalisti in sala, di donne bellissime, in carriera, di potere e al contempo dal grande talento professionale ce ne sono molte e molto piacevoli, peccato che lavorino troppo e che per questo siano sempre poco visibili.

D’altronde, impossibile non pensare alle potenzialità del gentil sesso considerata la sua innata anima effervescente. Lo sanno bene gli organizzatori del progetto “Ready-for-Board Women” promosso dall’Osservatorio Diversity Management in collaborazione con PWA della Bocconi di Milano. Certo, la percentuale delle donne italiane nei consigli di amministrazione è ancora bassa, ma ci sono parecchie ladies alla guida di grandi multinazionali.

Ma allora, come siamo finite all’interno di un sistema fortemente maschilista e maschio centrico? Secondo Claudio Gallone la ragione è atavica e risiede nella storia della cultura mediterranea. Le donne della Colchide erano quasi venerate, le dee erano femminili e a loro si compivano grandi riti così come gli accoppiamenti avvenivano con l’uso di maschere dove le signore erano protagoniste e cacciatrici. Questo sistema matriarcale e fondato sul femminino è cambiato al tempo dei faraoni, e in particolare sotto Akhenaton. Allora gli uomini si accorsero che le donne, dopo il primo rapporto sessuale, rimanevano incinta e per questo si convinsero che la fonte della vita derivasse dall’atto del’uomo più che dalla “accoglienza di quel seme dalla donna”. Fu quello il momento in cui si sovvertì la struttura sociale. In seguito venne istituita la monogamia e la cultura divenne patriarcale con un forte senso della ricerca da parte dell’uomo delle donne da concupire e sulle quali esercitare la propria forza. “Insomma, a che cosa credete che alludesse davvero il mito di Giasone alla scoperta del vello d’oro, se non alla sopraffazione delle avvenenti vergini dei paesi affacciati sul Mediterraneo”!? – conclude Gallone.

E oggi? Inevitabilmente stiamo assistendo ad un sistema di relazioni uomini-donne del tutto nuovo dove è assodato che

  • Agli uomini piacciono le donne piene di interessi, già ribattezzate “multitasking”.
  • Sono le donne a lamentarsi della perdita di alcuni caratteri maschili di un tempo, come il senso di protezione e di concretezza.
  • Che gli uomini soffrano l’emancipazione femminile? Che tutto sia cambiato?

A dire il vero geneticamente siamo rimasti gli stessi, è il 75% delle donne intervistate da Men’s Health ad ammettere di non capire i maschi: “E’una bella sfida” – dice Michela Gattermayer – “In fondo non ci capiremo mai. Le donne sono rimaste delle sentimentali. La ricerca estetica e l’imposizione di nuovi modelli “fisicatissimi”, di fatto, non corrisponde all’anima delle donne di oggi. Le emozioni sono ancora ai loro primi posti“.

Ma come si parla delle donne sui giornali al maschile? E come ci vedono i nostri “marziani”!? A rispondere è Luigi Grella che confida: “Non se ne parla in senso estetico o sociale, ma parliamo di donne nell’ambito delle relazioni con noi uomini. Le donne oggi sono sempre più tecnologiche, appassionate di high tech, Facebook ne è un esempio (Fb). Sempre più donne svolgono compiti che un tempo erano loro sconsigliati, come quello del giornalista, surclassando anche in esclusività di alcuni settori i loro compagni, ad esempio si pensi al settore moda. Noi non sappiamo nemmeno vestirci!”.

Insomma, Michela Gattermayer chiude in bellezza: “Siamo più sceme noi a innamorarci di voi o voi di iene come noi?”

La risposta è semplice: i ritmi sono diventati sempre più frenetici e per questo è più difficile conoscersi e interagire dando vita a certi tipi di rapporto in cui si possa trovare un compagno che condivida e capisca le reciproche difficoltà, in una “relazione importante, di mutuo aiuto e utile soccorso”.

“Ma le donne hanno più difficoltà a trovare un compagno che non gli uomini di buttarsi su qualche donna più giovane?”. Gallone: “Per gli uomini è l’esperienza che conta. Per tanti anni diciamo di aver capito tutto delle donne ed invece è lì che rimaniamo fottuti. Noi uomini siamo basic come impostazione mentale, e ci proviamo ogni volta finché alla fine non diventiamo più previdenti. Non è vero che gli uomini cercano le donne più giovani: cerchiamo intelligenza, condivisione, accoglienza (intrinseca nello spirito materno), comprensione. Forse oggi alcuni uomini cercano ancora un modello di assetto societario alla Nietzsche, uomo-eroe che torna a casa accolto dalla donna-ancella del focolare domestico come descritto in “Così parlò Zarathustra”, ma in realtà siamo alla pari”.

La verità? E’ che dopo la rivoluzione delle nostre madri tutto è cambiato, che nella società del Viagra e del Cialis gli uomini rubano il contorno occhi alla fidanzata e si sono accomodati sugli allori. In fondo, è un po’ tutta colpa del faraone Akhenaton.

La bellezza al femminile tra corpo e anima
Libreria Rizzoli – sala Enzo Biagi Galleria Vittorio Emanuele II, 79 – Milano
Fino all’8 maggio
Lun-sab 09.00-21.00; dom 10.00-20.00
Ingresso libero

Paola Perfetti
Giulia Dondoni

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